NOVARA - 07-06-2025 --Nei prossimi anni Novara e il territorio circostante attrarranno colossali investimenti e questo è già oggi una grande opportunità, destinata a cambiare nel profondo le prospettive di questa parte di Piemonte. Come Confindustria Novara Vercelli Valsesia dovremo essere protagonisti di questa evoluzione, per la crescita delle nostre imprese, per i nostri giovani, per le nostre comunità. Sono fermamente convinto che le ricadute degli investimenti sull’area novarese possano diventare un “ponte” per lo sviluppo ecosistemico di tutto il quadrante della nostra Associazione, in una virtuosa logica di interconnessione delle differenti aree. Dobbiamo lavorare quasi in simbiosi con le amministrazioni per fare in modo che questi investimenti diventino volano per la crescita».
Lo ha detto il neopresidente di Confindustria Novara Vercelli Valsesia (Cnvv), Carlo Robiglio, all'Assemblea annuale di Cnvv, organizzata congiuntamente con Confindustria Piemonte, svoltasi il 6 giugno 2025 a Novara, sottolineando nel suo intervento «il ruolo dell’impresa come portatrice di responsabilità sociale in un rapporto simbiotico e virtuoso con il territorio», e «l’attenzione a sviluppare nella comunità e sui territori una forte “Cultura di impresa”, intesa come crescita delle aziende a livello dimensionale, di competenze e di competitività mantenendo sempre al centro la persona, come capacità di ascolto e di confronto tra gli imprenditori, per rendere patrimonio di tutti le esperienze virtuose, e come interazione con il contesto sociale, per far conoscere sempre più l’importanza del sistema imprenditoriale».
«Dovremo anche rafforzare - ha aggiunto Robiglio - il rapporto con le nuove generazioni, avvicinando sempre più giovani alle imprese e aumentando le sinergie i rapporti con il mondo della scuola e della formazione, in un territorio in cui i “Neet”, che non studiano e non lavorano, sono il 20%, e il calo demografico sta avendo un forte impatto sul comparto produttivo, con la crescente carenza di manodopera qualificata e il progressivo invecchiamento della popolazione attiva.».
Dopo i saluti del rettore dell’Università del Piemonte orientale, Menico Rizzi, e del sindaco di Novara, Alessandro Canelli, è intervenuto il presidente di Confindustria Piemonte, Andrea Amalberto. «Lo scopo di questa assemblea – ha spiegato – è mettere a sistema energie e competenze per avanzare una proposta che ha cinque cardini: più medie imprese, attraverso aggregazioni e crescita interna, per rafforzare la struttura portante del nostro sistema produttivo; più connessioni tra start-up, PMI e grandi imprese; più semplificazione e tempi certi; più strumenti efficaci, come una Finpiemonte rafforzata, capace di sostenere progetti complessi e sinergie pubblico-private; più attenzione ai territori, attraverso proposte concrete da portare avanti con determinazione e continuità. Disponiamo come Piemonte di molti degli asset necessari per affrontare un futuro che si sta costruendo ora: con intelligenza, con competenza, con coraggio. La politica accompagni questa trasformazione con strumenti stabili e visione lunga, che vada oltre a quelle elettorali. Forti di queste certezze, noi ci siamo. Come Confindustria Piemonte, come sistema di imprese, come comunità di innovatori e costruttori».
Al messaggio in collegamento del presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, è seguita una tavola rotonda con Regina Corradini D’Arienzo, amministratore delegato e direttore generale di Simest, Dario Fabbri, analista geopolitico e direttore del mensile Domino, Marco Fortis, direttore e vicepresidente della Fondazione Edison (che ha presentato una ricerca sul sistema economico regionale realizzata in esclusiva per l’occasione), e Francesca Mariotti, consigliere di amministrazione di Almaviva.
Intervistato da Andrea Rossi (La Stampa), il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin ha detto, tra l’altro, che «La realtà di questo Paese è che ci siamo affidati per anni a carbone e gas senza esplorare altre fonti. Oggi ci troviamo ancora una dipendenza dal gas per il 40% per la produzione di energia», il cui meccanismo del prezzo «è figlio del peggior impianto della peggior ora. Noi dobbiamo - ha aggiunto - crescere con le rinnovabili, con l'idroelettrico, con il geotermico. E poi c'è il nucleare di ultima generazione, sul quale sto spingendo per il quadro regolatorio. Nei primi anni del prossimo decennio, nel 2031-2032, si potrà avere la produzione in serie a livello industriale degli small reactor».
I lavori si sono conclusi con l’intervista di Giuseppe Bottero (La Stampa) al presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, che sul tema dell’energia, uno dei maggiori ostacoli alla competitività delle imprese, ha detto, tra l’altro, che «serve il coraggio di tutti, senza divisioni politiche, per trovare un sistema che ci consente di avere una produzione continua». «Non si può - ha aggiunto - parlare solo di sforare il patto di stabilità per le armi; credo che invece l'industria debba essere posta al centro e su questo serve puntare su ricerca e sviluppo. Sui dazi si deve accelerare nella negoziazione; questo capitolo ci preoccupa, ma è soprattutto l'incertezza che crea pericoli perché può colpire alcuni nostri settori che già soffrono».


