BORGOMANERO- 21-03-2023-- I volontari di Mamre in viaggio in Ucraina per consegnare a un ospedale a sud di Kiev il generatore offerto dalla ditta Pintonfond e tanti generi alimentari e vestiario a Leopoli, dai Salesiani.
Nel contempo si è concluso il viaggio di solidarietà in Libano, sempre organizzato da Mamre. Di seguito riportiamo parte del resoconto scritto dal presidente del sodalizio borgomanerese, Mario Metti.
“Dal 10 al 17 marzo con Gabriele Pezzotta, Gabriele Sala e padre Abdo Raad siamo stati in Libano dove eravamo già andati nel 2019 e nel 2020 per progetti nel campo profughi di Sabra e Chatila e per portare aiuti alla popolazione. Se già allora era tangibile la situazione critica di tante persone, soprattutto dei milioni di profughi presenti in quel Paese, oggi ci siamo trovati di fronte a una popolazione messa in ginocchio da una situazione economica insostenibile. Nel 2020 un dollaro veniva scambiato con 1.500 lire libanesi, il giorno precedente alla nostra partenza, veniva scambiato a 105.000 lire libanesi. I risparmi di una vita sono stati azzerati e in banca (aperte raramente) si può prelevare una volta al mese dai 20 ai 100 dollari, non di più. Le scuole pubbliche sono chiuse perché gli insegnanti non hanno neppure i soldi per pagare il carburante per l’auto.
Nel campo profughi del Chouf sulle colline di Beirut, dove vivono circa 500 persone tra cui 150 bambini, non ci sono più solo i profughi siriani, ma anche persone libanesi.
Abbiamo partecipato a un incontro con 20 insegnanti di una scuola sul tema “L'educazione alla spiritualità nei bambini” e le maestre dicevano che erano consapevoli di dire bugie quando parlavano di speranza ai loro bambini. Abbiamo incontrato il vescovo di Sidone e siamo stati a pranzo con un imam sunnita, abbiamo avuto il dono di incontrare nel campo di Sabra e Chatila tantissimi bambini che con le loro mamme ci aspettavano nei locali della scuola che nel 2020 Mamre aveva donato loro. Gli amici della locale associazione hanno chiesto un aiuto per le tante persone anziane che vivono sole nel campo: ne parleremo quando avremo il progetto da presentare. Siamo stati a Zalhe, nella valle della Bekaa, e da lì abbiamo provato ad andare in Siria, ma alla frontiera, nonostante avessero avuto i nostri nomi e il benestare dell’ambasciata italiana di Roma, non hanno potuto lasciarci passare perché mancava la firma del ministro. Così ha potuto recarsi a Damasco e ad Aleppo solo padre Abdo al quale abbiamo affidato i contributi raccolti che ha consegnato ad Aleppo. A Zalhe abbiamo avuto un incontro che sa di speranza perché nei locali di un ristorante, che il proprietario mette a disposizione nel giorno di chiusura, vengono preparati i pasti per 135 famiglie; 350 persone e i bambini di una scuola preparano le varie porzioni mettendole nei contenitori che poi vengono subito dopo portate alle famiglie. Abbiamo partecipato a questa preparazione e alla distribuzione visitando le famiglie, la gran parte in condizioni di estrema povertà. Ecco da qui un secondo progetto: il sostegno a distanza di queste famiglie, con l’impegno di queste insegnanti, assistenti sociali, volontari dell’associazione Annas Linnas di padre Abdo, di inviare poi un resoconto con le foto della famiglia.
Andare per conoscere non è sufficiente, è necessario riconoscere l’unicità di ogni persona, i suoi diritti, la sua dignità, il suo essere figlio di Dio e quindi mio fratello. Non possiamo dimenticarli, lasciarli soli. Dobbiamo essere generatori di speranza proprio per chi sente di non avere più speranza”.


